Gli altri prigionieri di Auschwitz popolano la mia memoria della loro presenza senza volto e se potessi racchiudere in un’immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei questa immagine, che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle spalle curve, sul cui volto e nei cui occhi non si possa leggere traccia del pensiero.
(Primo Levi)
Parallelamente ad una pandemia mondiale, crisi di governo e difficoltà di poter organizzare eventi in presenza, oggi il Presidente di Assoconfam aps Pino Bendandi esprime piena solidarietà per questa data cosi importante e significativa, impressa nella storia in maniera indelebile.
Il 27 gennaio 1945 è la data dell’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, teatro del genocidio, in cui sono morti migliaia di deportati strappati violentemente dai loro affetti, costretti a subire violenze di ogni genere. Con l’olocausto è stato violato uno dei concetti base di tutte le civiltà: la dignità di un individuo.
Per ricordare una delle più grandi tragedie dell’umanità, in questa data è stato istituito il “Giorno della Memoria”.
Per rafforzare questo appuntamento con la storia nasce il termine ebraico SHOAH, utilizzato proprio per indicare specificatamente il concetto di distruzione.
Numerose sono le iniziative prese sui canali sociali per divulgare a tutte le generazioni testimonianze di fonti verbali, fotografiche e scritte (come l’inchiostro sulla pelle), perché le cose che si dimenticano possono ritornare.
E come un treno che viaggia incessante nel tempo, noi di Assoconfam non potevamo mancare come viaggiatori attenti e sensibili, unendoci al concetto “per non dimenticare”.