Negli ultimi tempi circolano in rete e nei principali quotidiani nazionali notizie curiose come quelle di un brillante studente che si è laureato nel Metaverso.
Possiamo entrare nel metaverso comprando un paio di occhiali virtuali?Scopriamo l’origine della parola e chi per primo l’ha coniata.
La parola “metaverso” è stata ideata dallo scrittore americano Neal Stephenson nel suo romanzo di fantascienza “Snow Crash”: siamo nel 1992.
In un’America futuribile, dove l’economia capitalistica è saltata e il governo ha demandato a privati i suoi poteri, “Snow crash” è un virus informatico capace d’intaccare anche il cervello degli hacker. Uno di questi è Hiro Protagonist, che è anche spadaccino ed ex fattorino-lampo di pizze. Oltre a Hiro, indagano sul virus la sua ragazza, un bizzarro reverendo, un bibliotecario, un capo mercenario, un capomafia… Ma il vero protagonista è il Metaverso, rete mondiale in fibra ottica attraverso la quale la diffusione del virus sarà rapidissima. Il XXI secolo nella fantasia bizzarra, ma anche profetica, di un tecno-giallo dell’informazione.
Il “metaverso”, oggi nel 2022, è una realtà virtuale che si sovrappone a quella fisica reale, all’interno del quale ciascuna persona può muoversi e interagire con altre persone attraverso l’utilizzo di avatar (alter ego digitali personalizzati), spendere del denaro con monete virtuali per comprare case e terreni, avere un’occupazione lavorativa ben retribuita, andare a scuola oppure laurearsi. Tutto questo non è stato ancora creato.
Nel 1995 il libro di Neal Stephenson viene stampato e commercializzato in Italia e nella traduzione italiana si sceglie di mantenere la lettera maiuscola, proprio per indicare che si tratta di un toponimo.
Del sostantivo “metaverso” non se ne parla più fino ad ottobre 2021, quando Mark Zuckerberg, creatore di Facebook, annuncia il cambio di nome della propria azienda in Meta, appellativo che fa appunto riferimento al termine metaverse.
Zuckerberg, dice: “Siamo un’azienda che costruisce tecnologie per connettere le persone. Insieme possiamo finalmente mettere le persone al centro della nostra tecnologia. E insieme, possiamo sbloccare un’economia creativa molto più grande. Per riflettere su chi siamo e cosa speriamo di realizzare. Ora come ora, il nostro marchio è strettamente legato a un singolo prodotto, ma spero che col tempo saremo visti come un’azienda del metaverso”
Il metaverso immaginato da Zuckerberg non è però “il metaverso”: non esiste infatti un metaverso sviluppato da una singola azienda tecnologica (come può essere quello di Meta, di Microsoft, di Google, di Epic Games, ecc.) ma esiste – anzi esisteranno – tutta una serie di ambienti virtuali che potranno interagire tra loro.
Detto ciò, cosa c’entrano i consumatori in questo mondo che non esiste? La nostra associazione è stata in prima linea per informare e rendere note le nuove frontiere delle truffe.
Ora che sapete cosa è il metaverso, non spendete i vostri risparmi in monete virtuali, pensando che siano investimenti sicuri e più redditizi di quelli versati in banca, non comprate un terreno virtuale o una mega villa nell’oceano virtuale…questo mondo non esiste e solo una tendenza dell’estate!!!
fonte: accademia della crusca