A piccoli/grandi passi verso il futuro…
a cura di Alessandro Stirpe
Sono innumerevoli le buone pratiche di riconversione ecologica che vengono dall’Europa e dal mondo, per la precisione, sono così tante che analizzarle tutte sarebbe praticamente impossibile.
Tuttavia partendo dai report al check della Commissione europea e passando per le “Piattaforme della Conoscenza” dei paesi membri, si può desumere un ottimo radar situation e le conclusioni sull’ampia letteratura, sono davvero interessanti.
Si, perché che ci sorprenda o no, i target maggiormente centrati non vengono dai mega progetti ma da piccole – e molto ambiziose – esperienze che fanno delle opinioni, necessità e volontà della popolazione, l’asse portante.
Un esempio della power community: Cone Communications ha rivelato che oltre il 60% degli americani non sostiene le imprese poco sensibili alle innovazioni sociali e circa il 75% degli intervistati rifiuterà di acquistare da un’azienda che supporta una istanza contraria alle proprie convinzioni.
A ciò va aggiunto che la disamina semestrale a sigla Ue che prende in esame diverse pratiche, immaginari e programmi, porta all’evidenza un file rouge molto interessante: il modello vincente di trasformazione eco-sociale, è locale e sempre meno globale, dalla ciclabile di Lisbona passando per la rete zero emissioni Milano/Roma per arrivare fino alla green way Berlino/Sochaux (ma potremmo andare lungamente avanti).
Suggella il tutto, il Data Project del Fondo Sociale Europeo che raccoglie una vera e propria miniera di best practices di successo legate alle energie intelligenti, ambiente urbano, clima, intelligenze artificiali, natura, biodiversità, uso intelligente e molto, molto altro.. il tutto in taglia slim fit.
Quale è quindi il segreto del “micro”?
Un perfetto equilibrio di elementi: decisioni democratiche, comunità aperte e sensibilizzate alle tematiche eco-culturali, diritto ambientale, tecnologie e approccio collaborativo con le amministrazioni.
Sembrerebbe essere esattamente questo il mix vincente per cui le transizioni ecologiche translocali ottengono importanti successi, dunque; riunire la politica dell’azione per il clima, la giustizia ambientale, l’ecologismo quotidiano della tecnoscienza sperimentale, ma, partendo sempre dalle comunità.
Già, il think tank si chiama Comunità e la parola d’ordine “responsabilità reciproca”.
Infatti all’interno dei progetti di transizione assistiamo all’emergere di nuove circoscrizioni non “politiche” ma umane, alla creazione di ampie coalizioni eco-sociali e all’implementazione di forme innovative di governance sociocratiche.
Il futuro?
E’ sempre più lampante: passa dalla presa di consapevolezza del potere dei gruppi territoriali e del loro ruolo, il futuro parla “di” e ci introduce “a”, transizioni ecologiche che promuovono principalmente un nuovo spazio e una sempre più evoluta eco democrazia, come alternativa al “globalismo generalista verde” che domina la politica contemporanea.
“I grandi cambiamenti nascono da piccoli passi”? …. Sembra proprio di si!
++ #assoconfam #smartmobility, #transizione verde, #aecilazio, #centogiovani, #codici, #konsumer, #regionelazio, #mise9 ++ Contenuti prodotti con il contributo della Regione Lazio, nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Lazio (MISE 9) con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo economico DM 10.08.2020 ++