Ftx, crack da 10 miliardi: chi assisterà 100mila investitori italiani?
a cura di Elisa Fornaciari
La bancarotta di Ftx rappresenta un vero e proprio terremoto che scuote le fondamenta del mondo delle monete digitali e dei mercati di investimento: secondo il Wall Street Journal infatti, nel giro di 24 ore, l’emorragia degli altri crypto exchange, ammonterebbe a ben 3,7 miliardi, con il primato del bitcoin, che perdendo il 5,71%, scende a 16.791 dollari.
Ma che cosa è successo?
Intanto diciamo che l’ascesa di FTX, è stata una tra le più memorabili nella storia dei mercati digitali: in soli tre anni era riuscita ad assicurarsi una valutazione di ben 32 miliardi di dollari.
Sebbene il gruppo non si trovasse sul podio con i più potenti traders del mondo, rappresentava senza dubbio, uno dei player più importanti del settore, probabilmente il quarto.
Le sue specificità: quantità e qualità degli asset offerti e invitanti derivati a leva – anche sulla versione europea – molto apprezzati dagli speculatori di breve periodo…
… molto apprezzati almeno, fino all’11 novembre, quando la società presenta istanza di fallimento (chapter 11) alla corte federale del Delaware.
A generare il tracollo della piattaforma, secondo il New York Times, sarebbe stato un uso improprio degli asset dei suoi clienti, generando così, un buco di bilancio che ha inghiottito speranze, aspettative e risparmi di un milione di persone!
Tra i creditori ci sono 100mila italiani, alle prese con il disperato tentativo di recuperare i loro soldi.
Cosa, non esattamente semplice, vista la complessità della procedura e visto che i clienti Ftx al momento, non possono prelevare i propri fondi.
A peggiorare la situazione sono da un lato i rumors dei media statunitensi, dai quali sembrerebbe ormai certo che: “una parte degli asset custoditi da Ftx è stata persa o rubata” e dall’altro i primi esiti dell’esame dei documenti depositati in tribunale, per i quali il fallimento, parrebbe essere molto più rovinoso di quanto stimato in principio.
In questo clima di confusione e incertezza, Assoconfam, mediante il suo team di legali – che ha maturato nel tempo esperienza nel campo delle domande di ammissione al passivo negli Stati Uniti – vuole raccogliere l’SOS degli oltre 100mila consumatori italiani, per aiutarli, tra le varie strade possibili, a recuperare i propri risparmi: ad esempio, attraverso la corretta presentazione della domanda di ammissione al passivo, presso gli Stati Uniti, la cosiddetta “proof of claim”!
E’ ancora prematuro dire che i risparmi degli investitori non sono più recuperabili. Il Chapter 11 del codice fallimentare degli Stati Uniti prevede un programma di riorganizzazione dell’asset aziendale attraverso società e/o partnership, al fine di mantenere viva l’azienda e pagare i creditori nel tempo, ricorrendo anche prestiti bancari e finanziari.
Per questo motivo, Assoconfam ha attivato i suoi Sportelli per raccogliere i documenti degli investitori coinvolti nel caso di FTX, e aiutarli a recuperare i propri risparmi.
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