Sono ormai alcuni anni che internet e il suo mondo è diventato completamente parte della nostra vita quotidiana. Oggi senza Internet facciamo poco. Stiamo in “rete” per ogni cosa, costantemente connessi, ascoltiamo musica, chiediamo informazioni, compriamo e vendiamo, incontriamo amici e facciamo nuove conoscenze.
Spesso nel vivere il mondo digitale non comprendiamo che quello che li accade è reale e ha poco a che fare con il virtuale, il possibile e il potenziale. Il vocabolario, poi, che usiamo per comunicare tra noi non ci aiuta visto che siamo abituati, da tv e media, ad usare le parole in modo improprio, se non addirittura a dare un significato, spesso non corretto, al vissuto che sentiamo e che facciamo fatica a riconoscere. Sono questi i tempi liquidi, tempi in cui, come diceva il sociologo Bauman “la vita è come una cerniera lampo”.
In questa difficoltà ad aprire o chiudere, a cercare una pienezza che ci realizzi e/o un’integrità che ci eviti la frantumazione siamo immersi tutti sia i piccoli come gli adulti.
Spesso noi adulti siamo, giustamente preoccupati di come i piccoli vivono la rete e quando non sappiamo dare un nome a ciò che accade, additiamo proprio i piccoli di non essere in grado di starci con responsabilità. In altri casi incolpiamo lo strumento definendolo “pericoloso”.
Da un lato dobbiamo prendere in considerazione che uno strumento è strumento; può contenere pericoli o meno, ma è sempre uno strumento e funziona in modo adeguato o meno in base a chi lo usa. Dall’altro lato dobbiamo invece considerare che, per loro natura e biologia, le ragazze e i ragazzi non sono in grado di compiere azioni intrise di responsabilità. Stanno imparando la responsabilità e la apprendono proprio da noi adulti.
Il punto, cruciale allora è chiederci: quanto noi adulti siamo capaci di responsabilità all’interno della rete?
Certo guardando i commenti sui social network, i post pubblicati, il come noi adulti stiamo e ci presentiamo in internet potremmo dire che i nostri comportamenti sono spesso lontani da ciò che possiamo definire responsabilità.
La responsabilità, come ci ha ricordato in questi giorni l’economista Zamagni, ha anche il significato di rispondere: rispondere a qualcuno che ho di fronte e, aggiungo, di cui mi posso prendere cura. Ecco allora che posso stare nel mondo digitale con quella consapevolezza di chi sta seduto “a fianco”.
È in un processo che parte dall’ascolto di me stesso, dal riconoscere e comprendere ciò che sto vivendo, che posso sostenere e accompagnare l’altro che mi è affidato. Da qui nascono comportamenti adeguati e generativi che portano a far crescere nella dimensione della pienezza e dell’integrità.
Il genitore, l’adulto, ha quindi, il dovere di porsi in rete con quell’attenzione che pesa le parole che scrive, che pensa le foto che posta, che mette intenzionalità a qualsiasi “mi piace” sente di poter inserire. In altre parole, è necessario porsi in rese sentendo vibrare il proprio corpo prima, durante e dopo ogni azione espletata nel mondo digitale.
Quest’anno tema e lo slogan del Safer Internet Day è: “Together for a better internet”. Diverse sono le iniziative che si svolgeranno in questa giornata e durante tutta la settimana che potete trovare sul sito Generazioni Connesse sito ufficiale del Safer Internet Center iataliano.
Anche Assoconfam vuole potere il suo punto di vista, la sua riflessione. Insieme all’Associazione Le Metamorfosi e in collaborazione con il Forum delle Associazioni Famigliari del Lazio invita tutti ad un momento di incontro digitale, venerdì 12 febbraio alle ore 17,00 in diretta Live sui canali social delle due associazioni.